“simile alla nuvola estiva che naviga libera nel cielo azzurro da un orizzonte all’altro, portata dal soffio dell’atmosfera, così il pellegrino si abbandona al soffio della vita più vasta, che lo conduce al di là dei più
lontani orizzonti, verso una meta che è già in lui, ma ancora celata alla sua vista.”
(Lama Anagarika Govinda, Le Chemin des nuages blancs)

Palestina storica e nascita del Muro


 Palestina Storica



722 aC - 639 aC
  CONQUISTA SUMERA
639 aC - 587 aC
CONQUISTA ASSIRA
587 aC - 559 aC
CONQUISTA BABILONESE
559 aC -  331 aC
CONQUISTA PERSIANA
331 aC - 323 aC
CONQUISTA GRECA
323 aC - 169 aC
REGNO DEI TOLOMEI
169 aC - 64 aC
DOMINIO SELEUCIDI
64 aC - 39 aC
CONQUISTA ROMANA
39 aC - 41 dC
REGNO DI PALESTINA
41dC -  395  ...

395 - 614
PARTE DELL'IMPERO ROMANO D'ORIENTE
614 - 638
CONQUISTA PERSIANA
638 - 1099
CONQUISTA ARABA
1099 -1244
REGNO DI GERUSALEMME
1244 - 1250
DOMINIO MONGOLO
1250 - 1516
CONQUISTA MAMELUCCHI
1516 -1917
CONQUISTA TURCO-OTTOMANA
          1917 -14/05/1948
DOMINIO BRITANNICO
1917 - 1920
OCCUPAZIONE MILITARE
          1920 -14/05/1948
 Mandato della SdN (confermato dall'ONU)


WALLS 1 - Avdat

WALLS 1


Terra di Palestina, terra di muri e di mura, polvere e sabbia che salvano la storia, insinuandosi nelle crepe del tempo.

Così ai nostri giorni ritornano alla luce, intatte, le pareti di difesa e di sangue, di confine e di bellezza, di comunicazione e d’orgoglio: la casa nella casa, cittadella sotterranea nella cittadella, fortezza inespugnabile sul colle, cupola di volti nel muro della memoria.


Dalla sabbia al deserto – AVDAT



Avdat, acropoli nabatea alle soglie del deserto, là dove nella sua prossimità si sono assetate le genti di Mosè e di Aronne, sulla via delle spezie a garantire rifugio per i passanti, nomadi, mercanti e commercianti. 

Fortezza arroccata che ha resistito nei secoli a domini e religioni: la triade che caratterizza la Terra Santa, Terra di Palestina, Terra d’Israele. Cristiani, islamici, ebrei: tre culti, tre popoli, un unico calvario.


Mura che parlano dell’antico splendore; si mescolano attrezzi, croci, simboli ed opere, il sacro con il profano; 





spianate di basiliche introdotte da portali di templi, spazi di fortezza difendono le antiche chiese, le case bizantine, i depositi e le grotte. 




WALLS 1 - Masada

continua da : Dalla sabbia al deserto - AVDAT



Meraviglie
 del potere – MASADA


Ben altra fortezza si arrocca sull’inattaccabile colle giudaico, Metzudà o Masada: un’intera collina cela le rovine conservate dell’inespugnabile opera, raggiungibile a piedi dall’impervio sentiero del serpente.




 ‘L’opera sul vuoto’ è la scalata di Erri De Luca, ‘costruzione di passi verso l’alto’ che porta dall’inferno al piano, dalle tentazioni di Sodoma alla più strenua difesa, mondo fortificato e isolato, invisibile ai più nell’arido paesaggio.




Deserto d’intorno necessita acqua, guerrieri fedeli bramano casa, il loro re anela potere, grandezza, potenza come la dimora che Erode fece costruire, palazzo inconquistabile se non dagli Zeloti, antica popolazione giudea, che qui nacquero, resistettero e morirono, compiendo tutti insieme l’estremo sacrificio per la difesa della loro morte da uomini liberi.








Sottili fili in Maiella

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La vita sai è un filo in equilibrio 
E prima o poi ci ritroviamo distanti 
Davanti a un bivio 
Ed ogni giorno insieme per fare solo un metro in più 
Ci vuole tutto il bene che riusciremo a trovare in ognuno di noi 
Ma a volte poi basta un sorriso solo 
A sciogliere in noi anche un inverno di gelo 
E ripartire da zero


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da Gente, di Laura Pausini



La frustata arriva sull’occhio con una violenza tale da farmi percepire il cospicuo diametro del legno che ha scaricato tutta la sua energia sulla mia palpebra. Senza rendermene conto sono già con la mano a scavare la neve e a tentare di porre sollievo a quella sferzata improvvisa e dolorosa che mi ha rintronato per diversi secondi.

Forse si sta avverando quello che il mio oroscopo mi aveva predetto giovedì sera: non raccogliete alcuna sollecitazione, neanche via sms, anche se provenisse da persone a voi molto vicine. Alla telefonata di Stefano, alla parola Maiella, alla successiva bivacco, ho fatto una resistenza pari alla velocità della luce: come si fa a rinunciare ad una proposta simile, soprattutto quando quel filo teso ci impone di ‘sciogliere in noi anche un inverno di gelo e ripartire da zero’ ?

Gli ingredienti per ritrovare la motivazione che ho perso da un pò di tempo ci sono tutti: posti selvaggi nel Vallone del Palombaro, amici di vecchia e nuova data con tante risate, solitudine nel bivacco in quota, bellezza naturale nel tramonto e nell’alba, fatica nei 1600 e più metri con zaino sulle spalle a gironzolare sulle creste di quest’angolo incantato di mondo, al cospetto di Signore cime, come quelle delle Murelle, Monte Acquaviva, cima Macirenelle.
Qualcuno mi chiede: <con gli sci?>, no, senza sci. E’ per loro che devo ritrovare l’entusiasmo d’andare, quello che ho perso ormai da due anni e che difficilmente ritrova la sua naturale via.

Nel mio sguardo concentrato, stavolta verso il basso, entrano scompigliati i sottili fili d’erba che sono strappati dall’ irruenza della natura e trascinati in questo Vallone delle delizie: immagino la furia di quel portento d’aria che si sprigiona quando la montagna si ribella al peso della neve e violentemente la scaraventa nelle pieghe delle sue viscere, insieme a questi minutissimi fili che si spargono dappertutto, ciascuno a ritrovare nella quiete del dopo il loro magico posto dove disegnare la vita.

Colate di neve rappresa, raggrumata, sporca di aghi, tracce, erba e terra, annerita dagli strati del passato e dalle rare pioggie, appesantita dai rami spezzati lungo il tragitto verso valle; unita insieme al centro fino a creare un toboga che pieno e arcuato insegue le curve di questo stretto cammino, lasciando profondi solchi aperti ai lati, per inghiottire il soffio della vita ai fini della sua sopravvivenza.




L’aria fresca del nord l’ha mantenuta nascosta dai raggi del sole; la luce che oltrepassa la soglia di quest’inferno roccioso illumina a contrasto gli spalti erbosi e le cengie strapiombanti: alzando lo sguardo ti senti piccolo come il mondo che hai scoperto, ed in quell’istante intuisci che un altro universo gira intorno a te, ben più vasto ed imponente. Ma forse è proprio questo il segreto di questa beltà, manifestarsi a poco a poco nella sua magnificenza, e per celare tale segreto, eccolo là che vengo penalizzata!