COSTELLAZIONI (bivacco a Grotta dei Callarelli)
"Camminare e' una delle costellazioni del cielo stellato della cultura umana, una costellazione formata da tre stelle: il corpo, la fantasia e il mondo aperto, e sebbene ciascuna di esse abbia un'esistenza indipendente, sono le linee tracciate tra di esse - tracciate dall'atto del camminare con scopi culturali - a farne una costellazione." (Rebecca Solnit da 'Storia del camminare')
Improvvisamente spalanco gli occhi, e mi ritrovo immersa nel chiarore della Luna. Invano aspetto che spunti il suo biancore oltre le cime dei monti dinnanzi, ma non apparirà, rimarrà al confine dei due mondi, solare e notturno, luminoso e tenebroso, a rischiarare i contorni del paesaggio.
Conto le stelle, tante, troppe, ognuna appesa, ognuna in attesa di cadere a regalare la speranza che si avveri un desiderio; ciascuna di esse così lontana, troppo, ma così familiare agli scienziati da garantirsi comunque un nome.
A migliaia lanciate nella notte, una diversa dall’altra: nella loro unicità formano un’immensa coperta di luce, nella loro diversità si rendono distinguibili in quella macchia scura uniforme, infinita, illimitata.
Sospese nella più agghiacciante oscurità, illuminano l’Universo con la semplicità del loro essere, forme fredde, rimbalzanti chiarore, laddove calore non c’è, custodito nella profondità del loro nucleo.
Aggregate, ammassate, ciascuna con la propria specificità, capaci di catturare lo sguardo di milioni di occhi, anch’essi sospesi nel cielo a ritrovare nel loro incanto la luce dell’essere.
Non faccio fatica a contemplare questa notte piena di luce, ognuna di esse mi dice qualcosa, inseguo la scia e le vedo volteggiare nell’oscurità più piena: la Luna è tramontata oltre i colli e i confini del mondo, a illuminare l’altra metà dell’Universo.
Nel balletto del tempo si inseguono luminose, ridenti di quel percorso sconosciuto, infinito, avvolgente. Si perdono per ritrovarsi insieme a compiere un viaggio, ‘sì infinito quanto abituale, ruotando tra loro nello spazio così vasto da farle ogni tanto inciampare e cadere, lasciando dietro di sè una lunga e fine scia di sogni da avverare.
Le nebbie della fatica, i battiti accelerati del cuore, le lucciole che giocano a nascondino con i cespugli, una calda brezza che insegue il moto circolare del firmamento: ecco quello che osservo in questo spaccato di tenebra, delimitato dalla roccia più solida, a confine del mondo terreno per mescolarsi con il cielo, più vasto e senza confini, dove non si sa quando termina la terra ed inizia quel consueto gioco sospeso.
Seguo una ad una le tracce del firmamento, questo quadro naturale che tanto ha influenzato le più sagaci menti a produrre poesia e realtà, immaginario e scienza, in un connubio che ha favorito noi a comprenderne la vera essenza, che sia realtà o fantasia.
Catturo con lo sguardo l’improvvisa e velocissima striscia luminosa che asseconda il mio sorriso nel buio, contenta di questo sogno che si è avverato, nella calura del giorno, nella freschezza della notte, nella luminosità di questo Universo stellato.
L’alba completa il giro del Sole intorno al mondo; stanche di viaggiare, le sorelle stelle tornano al loro riposo nell’altra parte della volta celeste, all’orizzonte tra luce e tenebre, ad incollare sguardi e ad inciampare ogni tanto per far avverare anelati desideri.
Volgo lo sguardo a questo rischiarato ambiente, voglioso di uscire allo scoperto e far conoscere i suoi preziosi meandri, tra i quali ci perderemo nel giorno emergente.
Buongiorno Sole, e...buonanotte Stelle.
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