Abbiamo parole di pietra
e voci trascinate dal vento
nella bellezza delle donne
che solcano il mare negli occhi
e la sabbia impastata tra le rughe delle mani
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di Pierfranco Bruni ,“Cantos” (Briganti e brigantesse
il nostro destino è altrove),
Editore Luigi Pellegrini di Cosenza, 2011.
Editore Luigi Pellegrini di Cosenza, 2011.
Guardo il panorama davanti a me: pietre, muretti,
pozzi, alberi isolati, verde, vallette; lontano la foschia di Terelle, quasi in
primo piano la sinuosa forma del Monte Cairo.
Doveva essere quest’ultimo il mio
obiettivo di oggi, ma la sera prima davanti alla cartina, mia sorella pronuncia
una parola che non lascia dubbi sulla scoperta di un nuovo itinerario:
“briganti, case di pietra, villaggio”, e so già quale sarà la mia mèta.
Incrociando i miei occhi che scintillano, lei contrappone un debole: - Ma è lunga,
non ce la farai mai! – sapendo già di perdere, io neanche l’ascolto.
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«La
narrazione del Museo ruota attorno al punto di vista della popolazione civile,
assunto come base per una ricostruzione di una delle pagine più emblematiche
della Seconda guerra mondiale in Italia. Deportazioni, distruzioni dei
bombardamenti, danni dovuti all’occupazione tedesca rivivono nelle memorie
raccolte in video di chi allora era giovane. Il ricordo di quelle emozioni è
espresso anche in alcuni oggetti conservati per decenni e in documenti
originali spontaneamente donati dalle famiglie del paese», spiegano i curatori.
E
allora su queste montagne si intrecciano le determinazioni di chi non vuole
perdere le testimonianze di quelle che furono cruente pagine di una storia di
battaglie, molto spesso compiute uomo a uomo, di resistenza, di ricostruzione,
della voglia di tornare a vivere e di continuare in pace.