Ancora frastornata dal rombo dell’aereo, lascio vagare il mio sguardo vacuo in quel misto di figure grottesche, enormi, incombenti, senza riuscire a comprendere il significato intrinseco che forse possiedono.
Catapultati da Milano ad Hong Kong e poi ancora da lì a Saigon, il caldo asfissiante carico di umidità ci investe già dall’aeroporto, spossandoci molto più di quanto ormai siamo dopo quasi 12 ore di volo. Ma non possiamo riposare, altrimenti vorrebbe dire sfasarsi per altri giorni, portandosi appresso il jet lag, e trascinarci in questa città sconosciuta come fantasmi.
La decisione è presa: cominciamo dalle pagode a visitare la città, quelle più lontane, così nei giorni successivi ci possiamo godere l’intera città senza dover schizzare troppo velocemente da un polo all’altro dei suoi 22 distretti!
La decisione è presa: cominciamo dalle pagode a visitare la città, quelle più lontane, così nei giorni successivi ci possiamo godere l’intera città senza dover schizzare troppo velocemente da un polo all’altro dei suoi 22 distretti!
Sono sempre atterrita dinanzi a ciò che non conosco, e queste figure gigantesche non mi ispirano proprio serenità, ma piuttosto confusione, smarrimento, incomprensione.
Un ambiente colmo di fumo rende l’aria pungente, annebbiata, sfocata, e quell’insieme di legno scuro, caratteri sconosciuti sulle colonne e sulle porte, ceramiche dai tratti indistinguibili, statuette di dei, lasciano cadere ogni sorta di razionalità: bastoncini infilzati nella cenere o tenacemente congiunti nelle mani dei devoti distribuiscono profumi penetranti saturando l’aria; le candele, oltre all’offuscata luce artificiale, espandono solo poca illuminazione, lasciando nell’oscurità inquietante quelle figure mastodontiche.
Un ambiente colmo di fumo rende l’aria pungente, annebbiata, sfocata, e quell’insieme di legno scuro, caratteri sconosciuti sulle colonne e sulle porte, ceramiche dai tratti indistinguibili, statuette di dei, lasciano cadere ogni sorta di razionalità: bastoncini infilzati nella cenere o tenacemente congiunti nelle mani dei devoti distribuiscono profumi penetranti saturando l’aria; le candele, oltre all’offuscata luce artificiale, espandono solo poca illuminazione, lasciando nell’oscurità inquietante quelle figure mastodontiche.