Tasti neri su un mantello bianco, tasti bianchi intervallati da neri;
un pentagramma vuoto, righe nere sul foglio bianco;
crome scure tenute insieme da righe nere nel mare bianco
note che ballano, unite insieme a formare una melodia;
intensità di note a comporre una sinfonia........
.........la Banda Brancaleone a suonarla!
Controluce, la Rava Pisciarello è un solco bianco in mezzo alle altre Rave, indistinguibile e sbiadita di fronte alle sue più scintillanti Sorelle del Morrone: la Rava del Confine, la Rava Grande, la Rava Macaragna. Il sole dell’Est timidamente le illumina, lasciando all’oscuro le più famose: la Rava del Ferro, il Canalino intermedio, la Rava della Vespa, e la lontana Giumenta Bianca, da tutti appellata Direttissima all’Amaro.
Il preludio è del mattino, voce grigia e rauca, che per guarire richiama la frescura del vento gelido da nord-est. La risalita della bianca coltre lascia indecisi i componenti fino a riunire tutta la Banda; volti sconosciuti che formano un solo coro: Forchetta di Maiella.
Qualche componente resterà rammaricato per l’abbandono della Rava Pisciarello, dopo canterà a chiare note la sua salita, e soprattutto la gran discesa, nel sole, nel bianco, nell’allegria.