DI NUOVO IN CIELO verso la terra
Leo mi stuzzica con la compagnia più che con l’itinerario: non potevo sperare di meglio raggruppando diversi amici di viaggio. E’ vero, manca qualcuno, ma considerate le numerose variabili, economiche, di tempo, di ferie, di salute e volontà, la curiosità e la piacevolezza alla fine hanno preso il sopravvento su diversi di loro.
E quindi eccomi qua, seduta di nuovo a studiare, ma non troppo, a spulciare su internet quel tanto che basta a lasciare l’aspettativa di qualcosa di bello, a fare i conti, e a garantirmi conferma che i miei amici di viaggio ci siano, se non tutti, almeno i più. E tutto questo è più che sufficiente a farmi felice, dopo un periodo veramente lungo e buio che fino a poco tempo fa ha fermato il mio intelletto e le mie volontà.
Se riesco a tornare dal viaggio senza crisi, forse l’ho superata! E anche in questo, oltre al trascorso e alla compagnia, mi aiuterà al rientro un Blogger Contest a rimettere insieme le prime parole, e a farle rifluire nei miei sentimenti e nelle mie dita.......
Himachal Pradesh - Khunzum La (passo, 4551m) e veduta panoramica sopra il ChandraTaal lake |
Il titolo sul diario è “HIMACHAL PRADESH, TRA MONTI E MELE – India Orientale del Nord”; la realtà è un pò più piccola, confrontata con i colossi che ci hanno circondato, cime oltre i 6000 metri, passi a 5000, viaggio costante oltre i 3000 metri, 3-5 valli anche laterali. Le regioni sono il Kinnaur e lo Spiti, inaspettate e sconosciute.
Un amico recita “I temi del viaggio sono i paesaggi, le montagne e i fiumi, i villaggi e la gente, i monasteri”.
E così sarà: di tutto un pò; di tanto, molto: itinerario desertico sebbene costantemente si viaggi a precipizio sul fiume vorticoso, strade sterrate lambenti pareti a picco e strapiombanti, sassi pericolanti che incombono, cartelli stradali minacciosi di pericoli;
valli arse dal sole, verdeggianti, avvolte nella nebbia, umide, profumate, ovunque popolate seppur l’ambiente che si attraversa è deserto.
valli arse dal sole, verdeggianti, avvolte nella nebbia, umide, profumate, ovunque popolate seppur l’ambiente che si attraversa è deserto.
Bandiere tibetane sventolano in prossimità di ogni casa, anche al di là del fiume agitato, senza ponte, senza legami con l’altra sponda, incongruente alla logica terrena, eppure è là, saldamente ancorata al terreno con i suoi centimetri quadrati di meli, di orto, di verde.
Sentieri che partono ma si perdono sulla montagna, massi precipitati che si bloccano in bilico, fiumi che si incrociano e si sposano in un unico letto nuziale, grande, maestoso, lento, ma ovunque di ineguagliabile potenza rotante, inesorabilmente in viaggio ......come noi......
La spinta dell’aereo è verso l’alto, il sedile è all’altezza dell’ala, ma lo sguardo è già proiettato verso questa terra sconosciuta, che tra non molto aprirà i battenti per farsi scoprire, conoscere e, alla fine, amare.
Dopo una lunga corsa a ritrovare caos, motociclette, auto contromano, Ganesh, carri trainati, covoni di paglia e tramonti, ti accorgi ridendo che le posate sono ancora nella borsa: ma si mangia anche con le mani e devi chiudere gli occhi per assaporare il gusto di una terra da poco conosciuta e che ritrovi nei suoi sapori, nei suoi aromi, nel suo piccante.
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