Racconti montanari
IL FIUME DELLA MONTAGNA
17 Giugno 2006 - Vetta Occidentale al Gran Sasso - Salita dal Canale del Tempio – Discesa dal Canale Bissolati Gita alpinistica su neve
Gli occhi di Fedora seguono attoniti il fiume di neve accanto a lei, che prima lentamente, e poi con maggior vigore, cala a valle per frenarsi poco più giù. Una altrettanto immobile Cristina, bloccata nel centro del torrente di neve, abbraccia un blocco di roccia miracolosamente posto nel mezzo; io, più in alto, piantata la piccozza ad ancorarmi, lo vedo sorgere, prendere consistenza ed accelerare: il tempo di fare un passo a destra e girarmi, per vedere Sandro investito in pieno e risucchiato nel canalino da quel gelo inconsistente e altrettanto ricco di molecole d’acqua in movimento.
Dappertutto, sopra, sotto, di fianco, quel rivolo inesorabile trascina per fortuna solo i nostri pensieri e le nostre paure: la prima frase è un accidente al rampone che ha bucato i pantaloni nuovi di Alessandro; una Giulia senza parole, alla sua prima uscita alpinistica con neve, reagirà alla grande, arrivando in cima “da prima”, fedelmente seguita dall’ancora di Stefano; Claudio con la sua esperienza al centro del canale; Maurizio muto con la sua maglietta arancione fosforescente, tanto gradita dal soccorso alpino; Lorenzo un pò sbalordito per la velocità della scena, ci riferirà dopo di un bel Bissolati e altrettanta bella discesa dal Duca con gli sci.
Tutti in cima alla Vetta Occidentale a goderci il sole di una giornata nata velata e trasformata dal calore dei suoi raggi.
Gli ingredienti per una bella giornata ci sono tutti: la gradevole compagnia, la neve che ancora persiste sulla montagna, uno sbiadito sole nel cielo foschioso, la novità del Canale: niente Direttissima, niente Moriggi – Acitelli, oggi siamo diretti al Canale del Tempio, via insinuata tra il Bissolati e la Direttissima al Gran Sasso.
Gli animi sono rincuorati al sapere che lasceremo il Sassone molto più su, e noi a dirigerci con un breve traverso, in prossimità dell’arrivo del Bissolati.
Uno sguardo nel canale, e Lorenzo è già a metà, con il suo doppio fardello.
Le chiacchiere di rito a esorcizzare la via sconosciuta: Claudio ‘il fantasmino’ in testa, Anna dietro, a tentare di tacere, ma inutilmente, costantemente provocata da un Maurizio “abbagliante”, Stefano e Giulia, oggi uniti nella successiva cordata esordiente, Sandro, Fedora e a chiusura, Cristina.
I primi passaggetti su roccia danno il via alle ormai “dissertate” e non meno storiche versioni sull’esperienza in montagna, mie, di Claudio, di Maurizio; la neve oggi è buona, consistente, e ci fa salire tranquilli fino....all’empatia!
Infatti, uno sguardo veloce alla parete scoperta che ho davanti, e prima Claudio, seguito immediatamente da Maurizio, manifestano apertamente le mie inquietudini come se fossero me, in una sorta di lettura del pensiero, che altro non è che la traduzione della mia trasparente esitazione.
Ma sono tranquilla, ho sulle spalle, oltre all’esperienza, svariati metri di corda che mi agevoleranno psicologicamente in quel tratto un pò spanciante, ghiaioso, decisamente aereo. La corsa sui sassolini del colatoio all’uscita del passo, uno sguardo indietro e via! a lanciare la corda ai successivi.
Ad uno ad uno passiamo tutti con più o meno eleganza quelle rotondità del canale, e già pensavamo di aver terminato le difficoltà quando un richiamo di Lorenzo ci consiglia la salita con i ramponi. La vestizione richiede poco, e la risalita è entusiasmante in quel canale che adesso si apre, ed offre alla vista la possibilità di fantasticare: dalla lucertola all’iguana, sotto lo sguardo perplesso di Claudio, le rocce disegnano un mondo animale, bucato, affiorante, e di fronte compatto, solido, unito. Questo sarà il motivo della deviazione nel Bissolati: la parte alta del Canale è troppo scoperta per permettere di proseguire, così dopo la sosta entriamo nel Canale-fiume.
Il resto è storia: di neve che viene giù, di corpi che vanno su, di animi che prima scemano e poi risorgono fino all’abbraccio in cima.
Nella discesa si invertono le parti ed i componenti: la “fuga” dei primi, una cordata che a furia di scivolare apre la strada ai più lenti, il caldo che ha reso la neve molle, gli affondamenti e le pendenze.
Gli ultimi passi impegnano non poco i partecipanti a rimanere a galla, gli sprofondamenti nella neve sono come le risate, colmi di allegria e soddisfazione: di Giulia per la sua prima alpinistica ramponata, di Anna per la sua nuova via, di Maurizio per la chiusura di stagione, di Claudio per entrambe, apertura e chiusura, di Fedora per l’impresa, di Sandro non tanto, per i suoi pantaloni ormai ‘vissuti’, di Cristina per la sua seconda volta, mai uguale alla prima, di Stefano ...che se non lo mandi giù...ti tiene su. Ed infine di Lorenzo, che se lo mandi su, ne manda tanta giù....di neve, s’intende!
E per la prima volta nella storia c’è stata l’indecisione di chi offre la birra: i bicchieri in alto a coronare una giornata divertente ed oltremodo appagante, ad appendere i koflach al chiodo, per staccare ed indossare la muta.
Ma quello è un altro FIUME... di parole!
la vostra Derspina
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