“simile alla nuvola estiva che naviga libera nel cielo azzurro da un orizzonte all’altro, portata dal soffio dell’atmosfera, così il pellegrino si abbandona al soffio della vita più vasta, che lo conduce al di là dei più
lontani orizzonti, verso una meta che è già in lui, ma ancora celata alla sua vista.”
(Lama Anagarika Govinda, Le Chemin des nuages blancs)

Ombre e sguardi

Ombre e sguardi


“A’ lato à questo monte vi è un altro monte, che è poco meno de due miglia d’altezza, dove non se vi può andare. Il quale Monte mostra essere staccato dal detto Monte Corno per via de Terramotti, che fa una spaccatura profondissima e dritta à uso di muraglia. E il detto monte non è più lontano dal Corno de quideci piedi o sedeci, dove le Cimosse vanno a fare li loro Figlioli quando se sentano gravide, vanno e saltano in questa Pietra. La quale gira appresso un miglio intorno, dove sono stirpi e alcuni arbori, dove li Camosci piccoli si salvano; ancora li vecchi quando sono cacciati; e quando sono grandi saltano in ù il Monte Corno per andare alle Pasture overo che il freddo e le nieve grande che li cadano li cazzano fuori de detto monte, e se retirano ad altri monti vicini dove sono Boschi.”.

(Francesco De Marchi, ‘Il Corno Monte’, relazione del 1573 – ‘Gran Sasso – le più belle escursioni’ di Alesi A.-Calibani M.-Palermi A.)
10/5/2010: Giro ad anello: da Intermesoli, Piana Grande, Sella del Brecciarone, traversata fino al Rifugio del Monte, Piana Grande.Monte Pizzuto = Pizzo Intermesoli; Corno Monte = Corno Grande.






Al cospetto del Corno Monte, un’ombra si aggira dannata.


Ricerca le sue strane pecorelle, che sfuggono agili e veloci ad ogni sussurro di gnomi.




Nel suo Bosco incantato la luce si diffonde sui giovani germogli; tronchi più possenti nascondono fra loro preziosi gioielli che si mimetizzano nella loro opacità.



Un albero ormai stanco di sopportare il peso della vita giace con le sue scheggiate membra cacciando urli ancora vitali, ma il suo secolo è finito, ed il vuoto lasciato nel cielo illumina i suoi discendenti trascinando la linfa vitale verso quel blu sconosciuto.



Lo spirito irrequieto non è solo.




Quattro sue pari alzano lo sguardo attratte da quel colore cobalto, anche loro alla ricerca della pace delle anime: la vista al Monte e ancor più su, a garantire un tetto dove far scivolare l’alito di tristezza più veloce del vento, lungo mura più solide.





















Per scovare il luogo di quiete e serenità, però, devono salire da quella Piana Grande, lungamente nel Bosco stregato, fino a portarsi alle pendici di quel Monte Pizzuto, sconquassato sei milioni di anni fa con grande boato, ed in cui la terra è emersa, rigirandosi, spingendo, facendosi largo in questo mondo aereo. 





Il lento e millenario trascorrere del tempo, il susseguirsi delle furie atmosferiche, dei sussulti e delle onde sotterranee, gli innumerevoli sconvolgimenti terrestri l’hanno poi lasciata fratturata, compressa, depressa, tirando su faglie e incassando doline.



La scaglia del Cretaceo superiore oggi si erge in tutta la sua imponenza, in alcune parti ancora imbiancata o più spesso semplicemente ripiegata nella sua anima rocciosa, stratificandosi e mostrando al viandante le sue parallele componenti.











Così continuano, 





















alla ricerca della sublimazione delle coscienze, le anime esploratrici attraversando, sinuosamente ripiegati, scoscesi pendii erbosi,  pendenti e appesi canali nevosi,  esposti e crestosi spalti rocciosi.














E ritrovato d’improvviso il baldanzoso gregge disperso, 

 




giovane e sprintoso, saltellante e libero di rincorrersi su e giù per fatiscenti pendii, ghiaioni, cenge erbose,



giungono nel luogo incantato, quel Fosso del Monte di milionaria memoria, adagiato alle pendici del Monte Corvo.

E da lì, ritrovando i loro corpi, terminano l’avventura spirituale di nuovo alla Piana Grande.

Ancora non è dato di sapere se la sventurata ombra ancora si aggira nel Bosco centenario o abbia trovato quiete nella pienezza di un corpo; comunque è noto che continuerà a vagare per valli e monti, valichi e frontiere, accompagnando chiunque incontrerà alla ricerca della propria o altrui pace.

by Derspina

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