COFANETTO
Ricordi e Preziosità
Il tempo che corre non ci lascia troppo spazio per il ricordo, inteso letteralmente come "rimettere nel cuore", laddove gli antichi egizi ritenevano questo organo sede delle emozioni e della memoria.
Quando eravamo piccoli, a ciascuno di noi è stato regalato un cofanetto, con una piccola chiave di chiusura, per conservare le cose più prezione che man mano ci venivano regalate.
Ho il vizio di conservare anche l'inutile, e ogni tanto metto mano all'accumulo, ritrovando carte ed oggetti scomparsi dalla memoria, ma accantonati per farli rivivere più in là.
Il mio passato è ovviamente legato alle figure parentali con le quali ho condiviso la maggior parte degli spezzoni che imbastiscono la mia vita.
In una grande famiglia spesso si intersecano i racconti dei nonni, dei prozii, degli zii, degli amici di ciascuno di loro e dei nostri; si intrecciano le volontà e i rancori, le gioie, le passioni, le sofferenze, le nascite e le perdite; tutti quei momenti che in realtà rappresentano il nostro vissuto.
Molti ricordi sono affogati nei neuroni e nelle molecole del cervello, per cui la loro emersione avverrà solo con un potente stimolo: la conservazione materiale del vissuto.
Da qui il cofanetto.
Da qui il cofanetto.
Oggi l'ho aperto, ed ho ritrovato due documenti che risalgono al 1994, anno della scomparsa di mio nonno Tommaso.
Li ho messi insieme, perchè sebbene di momenti diversi, ma non troppo lontani fra loro, descrivono con brevi parole quella che è stata la parte di cuore dei miei nonni materni, quella che non muore mai.
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